Quindi, aprire un blog nel 2020 ha ancora senso?
Spoiler: sì, ma è un “sì” con molti “ma”.
A seconda di che momento prendi come punto di partenza (il 1994 con la pagina di Justin Hall su links.net? Il 1997 quando viene coniato il termine weblog? Il 1999 quando il blog effettivamente è sulla bocca di tutti), lo strumento blog inizia ad avere i suoi begli anni sulle spalle.
Questo potrebbe metterci sull’allerta: che non sia il caso di iniziare a pensare di mettere in pensione questo venerando compagno di mille avventure?
Compagno di mille avventure, sì: chi come me ne teneva uno già nei primi duemila, non può non chiamarlo così.
Giusto ieri origliavo una live di una web strategist che dava Instagram come spacciato entro due, massimo tre anni. Se social in grado di cambiare il tessuto stesso della realtà nascono, fioriscono e muoiono nel giro di pochi anni, figuriamoci una piattaforma che di anni ormai ne vanta più di venti.
In questo articolo
Ha ancora senso aprire un blog? Sì…
In realtà, la risposta per me è una, sola e certa: sì, ha ancora senso aprire un blog. Sì, anche nel 2020. E sì, sarà così anche l’anno prossimo.
Tuttavia, c’è un grandissimo caveat: non possiamo più permetterci di farlo alla leggera.
E così il momento di lavata di capo è arrivato. Anche se te lo dico già: tutto l’articolo sarà su questo tono.
…ma deve essere indirizzato
Questa è “facile”. Dimmi cosa vuoi ottenere, e ti dirò come organizzare il blog.
Il blog è una piattaforma democratica: tutti lo possono avere. L’appassionato di pedali per chitarra elettrica costruiti in casa, come la multinazionale del food&beverage (che comunque ne avrà uno geolocalizzato per ogni mercato che occupa).
La casalinga che racconta le sue imprese di extreme proximity gardening, e la piccola-media impresa, tipicamente veneta, leader nel mondo nella produzione di un unico microcomponente meccanico super-specializzato.
Lo studente con pretese di svoltare facendo affiliate marketing, il giornalista che vuole sfogare opinioni proprie senza che il titolista di turno trasformi tutto in click-bait, il brand di prodotti lifestyle, la coppia di travel blogger che ci sta provando. Continuiamo? Si stima che esistano più di 600 milioni di blog.
Ho detto che questa era la risposta più facile, perché le categorie, poi, sono all’incirca sempre quelle.
Vuoi fare brand awareness. Vuoi attirare traffico al sito. Vuoi monetizzare con il blog stesso.
La faccio semplice, ma la lezione è: decidi subito dove vuoi andare a parare con il tuo blog, datti degli obiettivi plausibili (e possibilmente SMART), e agisci di conseguenza e coerentemente.
…ma deve essere pianificato
Il che ci porta al secondo punto. Scrivere non basta: è di fondamentale importanza sapere di cosa scrivere, e come scriverlo.
Uno dei segreti per il successo di un blog è in genere la sua verticalizzazione. Trattare, diciamo, un solo argomento e approfondirlo man mano che il blog cresce, significa porsi come un’autorità della tua nicchia nello stesso tempo agli occhi del lettore, e a quelli di Google.
Questo è il problema classico che riscontri soprattutto nelle aziende, quando non c’è la voglia di investire su una risorsa che curi il blog aziendale, per cui il post quindicinale diventa una toppa da inventarsi ogni volta all’ultimo minuto, alla meno peggio.
La best practices sta nell’organizzazione: definizione di un piano editoriale (che argomenti, che tono, che linea grafica), definizione di un calendario editoriale (“chi fa cosa entro quando”, e quando si pubblica), aderenza ai due strumenti di cui sopra.
Ehi, sono tutti strumenti flessibili, ci mancherebbe: ma devono esserci.
Come extra, diciamo anche questo: un blog può occupare un posto ben preciso, e di rilievo, all’interno di un funnel di marketing.
Spesso si trova all’imbocco dell’imbuto (la fase di awareness), ma la sua funzione va oltre: pensa ad esempio alla fase di lead nurturing, o a quella di customer care dopo la vendita. Non pianificare i contenuti del blog sulla base della sua posizione nel funnel è uno spreco di energia e potenzialità.
…ma deve essere coccolato
Il blog è un amante esigente. Ovvero, lo è Google, e lo sono i tuoi lettori.
A nessuno piace la pubblicazione a singhiozzo: questo vale per ogni piattaforma di pubblicazione contenuti. Peggio ancora, a nessuno piace atterrare su un blog apparentemente autorevole, e vedere che l’ultimo articolo risale all’ottobre 2011.
E tu che speravi in un aggiornamento su quei driver per far funzionare il tuo vecchio scanner con l’ultima release di Windows 10 Home…
Questo va a detrimento di tutto. Della reputazione digitale, come del posizionamento SEO.
E se alcune pagine di otto dieci anni fa ancora saltano fuori in SERP, è solo perché gli squali non si sono ancora accorti della possibilità di prendersi quella keyword.
E per l’anzianità del sito, certo. Motivo in più per non sprecarla.
…ma deve essere scritto bene
Infine, la mia crociata personale. Sono tempi nei quali si sente dire di tutto: non importa come lo dici, la pancia del lettore, l’importante è farsi capire.
Ti prego: no.
La buona scrittura arriva dove deve arrivare, lo fa senza che possa essere male interpretata, rende più semplice la condivisione e, non dimentichiamolo, piace anche a Google.
Nota bene: va benissimo anche un tono tipo “il pizzicagnolo del Quadraro dopo due caraffe di vino de’ li Castelli”, se senti che il tuo blog debba suonare così. Ma deve essere una scelta: e deve essere portata avanti con coerenza.
Conclusioni
Quindi nonostante il mercato competitivo e la conseguente difficoltà di emergere, ha ancora senso aprire un blog nel 2020, perché:
- è un asset proprietario dove sei tu a dettare le regole, svincolato dalle piattaforme social;
- puoi nutrire il tuo pubblico con contenuti lunghi e di valore;
- può diventare il tuo canale di acquisizione con tempo e costanza;
- dà autorevolezza al tuo brand se realizzato con un piano editoriale costante e ben fatto;
- è personalizzabile e modificabile a tuo piacimento.
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e ti sia stato utile per capire se aprire un blog nel 2020.
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In questo articolo abbiamo parlato di aprire un blog nel 2020, alla prossima e ricorda…
Comprendi e sfrutta il digital marketing. Oppure rimani succube del suo potere e accettane le conseguenze.