In questo articolo ti parlo di cos’è il personal branding, perché è così importante e di quali sono le strategie e gli aspetti da conoscere per poter migliorare il proprio brand personale sia online che offline.
Tom Peters, un guru americano del marketing, utilizza quest’espressione per la prima volta nel 1997, sostenendo:
“Qualsiasi sia la mia estrazione sociale o età, io sono di fatto il presidente, l’amministratore delegato dell’azienda chiamata Io SpA.
La mia reputazione e la mia credibilità dipendono da quanto efficacemente riesco a comunicare la mia competenza e a distinguermi dagli altri, determinando così la qualità del mio lavoro futuro”. (Fonte: psicologiadellavoro.org)
Nel 1997 non erano ancora nati i social, eppure la definizione di Peters è oggi incredibilmente attuale, non credi?
Documentandomi per sviscerare ogni singola sfaccettatura dell’argomento, mi è saltata alla mente una domanda forse banale, ma che al tempo stesso trovo essenziale per potersi approcciare al Personal Branding in modo consapevole.
E la domanda alla quale bisogna saper rispondere per poter partire con il piede giusto è: Chi sono io?
Per poter attuare una qualunque strategia di marketing, per poter acquisire autorevolezza e costruirci una reputazione è importante essere consapevoli di sé e della propria identità.
Ma, soprattutto, è fondamentale capire cosa comunichiamo di noi stessi agli altri:
se tu non ti conosci come pensi che ti possano conoscere gli altri?
Non possiamo esimerci dal non comunicare agli altri i nostri tratti distintivi perché, come disse il filosofo danese Søren Kierkegaard, “la scelta di non scegliere è comunque una scelta”, quindi non comunicare è di per sé comunicazione.
In questo articolo
Cos’è il personal branding?
Prima di parlati dell’arte di fare marketing di noi stessi partendo da ciò che ci rende unici è bene dare una definizione ufficiale:
“Il tuo Personal Brand è il processo per identificare, coltivare e comunicare nella maniera più efficace possibile la ragione per cui un cliente, un datore di lavoro o un partner dovrebbero sceglierti.” (Fonte:personalbranding.it)
È, dunque, il processo attraverso cui ci differenziamo ed emergiamo dalla massa, identificando e strutturando ciò che ci rende importanti o rilevanti per uno specifico gruppo di persone, esattamente come avviene per un Brand.
Dobbiamo, dunque, posizionarci nella mente delle persone come unici e straordinari, per fare in modo che quando penseranno ad uno specifico bisogno, saremo i primi o gli unici a venirgli in mente.
Provando a semplificare ulteriormente, possiamo dire che il Personal branding fa riferimento all’insieme di strategie messe in atto per promuovere se stessi e le proprie competenze, costruendo una vera e propria identità comunicativo, come fossimo appunto un brand.
I tre pilastri del personal branding
Le keyword che dobbiamo tenere sempre ben presenti sono competenza, autorevolezza e rete.
Dobbiamo essere identificati come persone competenti in un determinato ambito e riuscire a comunicarlo agli altri in modo efficace e con contenuti di valore.
Devi risultare autorevole nel tuo campo, in questo modo le persone si fideranno di te anche se non sono in grado di decretare le tue effettive competenze perché non sono degli esperti.
Crea una rete di professionisti come te con cui collaborare e crescere insieme.
Crea una rete di persone che ti segue per i tuoi contenuti di valore messi a disposizione.
Perché fare personal branding?
Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione: il personal branding non è auto-promozione, non è quello che noi comunichiamo di noi stessi, ma è molto più in relazione con ciò che gli altri dicono di noi quando usciamo dalla stanza (Fonte:lucalamesa.com).
Qualsiasi lavoro tu faccia, è importante come ti mostri al mondo, cosa che, nel ventunesimo secolo, si traduce in come ti comporti sui social network.
Chiunque desideri informarsi su di te andrà quasi immediatamente a ricercati sul web.
Quindi, è fondamentale dare una corretta immagine, un messaggio su chi siete e su cosa volete raccontare al mondo.
Una ricerca del 2018 dell’associazione dei direttori delle risorse umane AIDP evidenzia come il 71% delle aziende italiane abbia ricercato informazioni su internet su potenziali candidati e non utilizzando solo Linkedin (92%), ma anche Facebook (34%), YouTube (2%), Twitter (18%).
Gli intervistati hanno dato una risposta semplice del perché non si limitano più al curriculum vitae: “attraverso la rete è possibile comprendere il contesto in cui il candidato si muove e se lo stile di vita è coerente con l’immagine aziendale”.
Un altro motivo decisamente valido per fare personale branding è legato a come oggi avviene la comunicazione.
I social network hanno rivoluzionato il nostro modo di pensare ed acquistare, spostando sempre di più il focus verso una comunicazione tra persone, piuttosto che tra aziende e persone.
Le persone sono sempre più inclini ad acquistare da persone piuttosto che dai brand.
Esempio lampante ne è l’influencer marketing e la sua esplosione negli ultimi anni.
Ci fidiamo di una persona perché la vediamo umana, come noi, mentre lo facciamo con più difficoltà con un brand.
Alcuni dei principali vantaggi di fare personal branding:
- Unicità;
- Crea autorevolezza;
- Ti differenzia dalla massa;
- Trasmette le tue competenze;
- Attira lavoro ed opportunità;
- Percezione di professionalità.
Il personal branding è diventato così importante oggi giorno, che anche molti amministratori delegati di grandi azienda hanno adottato questa strategia, attraverso il cosiddetto CEO branding.
Cosa considerare per fare personal branding?
In un mercato in cui tutto sembra assomigliarsi, gli elementi su cui dobbiamo lavorare per dare evidenza della nostra unicità sono questi:
- Cosa sappiamo fare?
- Come lo sappiamo fare?
- Perché e in che modo ci differenziamo dai nostri competitor?
- Quali vantaggi offriamo al nostro network?
- Perché il nostro prezzo è quello giusto?
Dopo aver compreso esattamente chi siamo, lo step successivo è dare risposta a queste domande.
Ma non basta…
Dopo aver compreso i nostri tratti distintivi è importante comunicarli in modo che la nostra audience ne comprenda l’originalità, l’unicità e la coerenza.
Per costruire un brand empatico è fondamentale condividere le proprie risorse e instaurare un dialogo costruttivo con gli altri.
Possedere un’ottima reputazione e saper spiegare in modo corretto cosa si offre permetterà di avere più benefici in termini di ritorno per qualunque sia l’obiettivo prefissato.
La gente tende a pensare che l’utilità di alimentare questi elementi sia solo per quei profili che vogliono avanzare nella loro carriera o cambiare lavoro, ma non è così:
tutti preferiamo avere relazioni sul lavoro con coloro che hanno una forte reputazione e comunicano affidabilità.
Come far funzionare bene il tuo personal branding?
Dopo aver lavorato sui tuoi elementi caratterizzanti è fondamentale non smettere di alimentare il tuo personal branding, tenendo sempre a mente alcuni aspetti che sono stati sintetizzati in modo perfetto nel video di Francesco Agostini che potete trovare su YouTube:
- Vision, espressa in modo costante e congruente con tutto quello che facciamo;
- Costanza, seguire la strategia scelta comunicandola in modo stabile;
- Condivisione, è necessario diffondere le idee create ad hoc per la propria audience, chiedere pareri e confrontarsi. Più condividi, più fidelizzi il target;
- ”Ingaggianti”, è fondamentale creare contenuti utili con i quali la tua audience possa interagire;
- Concretezza, dài supporto ai tuoi contenuti qualunque essi siano parlando sempre di casi reali, dandone quindi non una semplice idea teorica ma la case history che ne dimostri la fattibilità;
- Comunicare per la gente, e non alla gente: siate persone simili al tuo target, persone in cui potersi identificare utilizzando un tone of voice diretto;
- Polarizzare l’attenzione, per farlo è necessario prendere sempre una posizione chiara e netta per trasmettere la coerenza del vostro brand;
- Rete, alimentare la propria rete con nuovi contatti, creando sempre contenuti in linea con il tuo personal branding, ma che allo stesso tempo possa posizionarti su più livelli agli occhi del pubblico.
Ne aggiungo uno:
- Fai storytelling, a tutti piacciono le storie ed i racconti. Racconta la tua storia e fallo in modo personale così che chi ti ascolta ne percepisca l’autenticità.
Come per un brand qualunque, anche per il personal branding diventa prioritario avere un’idea precisa delle persone che ci ascolteranno.
Ed è ancora più importante non dimenticare che il nostro pubblico è la rete, fatta di persone, come ci spiegano le 95 tesi del Cluetrain Manifesto.
La strategia di branding da attuare va “tarata” sulla propria audience, veicolata con un tone of voice chiaro e coerente.
William Arruda, esperto americano di personal branding, dice che la vera ricchezza, in un mondo in cui tutto si assomiglia un po’, è la singolarità.
Conclusioni
Il personal branding non è promozione personale, non è comunicare un’immagine che non corrisponde alla realtà di noi stessi, ma la necessità di essere autentici per creare un brand personale forte ed empatico.
Nel mondo esistono migliaia di brand ma la tua personalità, il modo in cui costruisci relazioni con il tuo network, i tuoi elementi caratterizzanti sono unici.
Insomma, il personal branding è uno strumento importantissimo che ti permette di esaltare le tue competenze.
Ti permette di attirare nuovo lavoro e crescere professionalmente oppure crearne uno da zero costruendo la tua identità digitale.
Fanne buon uso!
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e ti sia stato utile per comprendere cos’è il personal branding e quali strategie utilizzare per creare il proprio.
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