I social tolgono il libero arbitrio?

In questo articolo andremo a discutere del concetto se i social possano essere in grado di illibero arbitrio di poter scegliere?

Quella dei social e del libero arbitrio è una tematica veramente controversa e oggetto di numerose discussioni negli ultimi anni.

Tutto è “iniziato” a livello mediatico dall’esplosione dello scandalo di Cambridge Analytca, che ha portato alla superficie l’enorme problema dei dati, di come vengono sfruttati dai social network e, soprattutto, di quanto queste piattaforme impattino sui nostri comportamenti.

A buttare benzina sul fuoco ci pensano, poi, tutta una serie di scandali raccontati dai media, che riportano alla mente periodicamente questa discussione.

Ricorderai sicuramente il più recente, l’uscita del documentario “The Social Dilemma“, su Netflix.

Per chi se lo fosse perso, il documentario era un racconto molto realistico (che vede protagonisti anche ex dipendenti di colossi come Facebook e Twitter) dei meccanismi attraverso i quali le piattaforme social raccolgono, analizzano e sfruttano i dati, per mostrarci delle inserzioni pubblicitarie che hanno un impatto sulle nostre opinioni e comportamenti.

Cioddetto, l’obiettivo di questo articolo non è certo quello di andare a fare del facile moralismo sul tema, quanto andare riflettere sul quesito da cui siamo partiti:

i social sono veramente una minaccia per il nostro libero arbitrio?

Il libero arbitrio

Partiamo con il dare una definizione di libero arbitrio.

Questa è quella che ci dà Wikipedia:

“Il libero arbitrio è un concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona ha il potere di decidere gli scopi del proprio agire e pensare, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta ha origine nella persona stessa e non in forze esterne.”

Se ci pensi è un po’ la base della democrazia.

Avere la libertà di scegliere per se stessi.

Decidere la propria opinione e i propri comportamenti.

Come cambiano le nostre opinioni e i nostri comportamenti

Da sempre, i nostri comportamenti cambiano in seguito a delle contaminazioni esterne.

Questo non è certamente un fenomeno che arriva con l’avvento dei social.

Non ti è mai capitato di cambiare opinione semplicemente perché un tuo amico che stimi molto ti ha detto la sua opinione su un determinato argomento?

Oppure di cambiarle per uniformarti al pensiero della massa? (ovvero essere vittima della riprova social, uno dei principi della persuasione teorizzate da Cialdini)

Semplicemente, come esseri umani siamo portati ad acquisire in qualche modo tutti gli stimoli che ci vengono dall’esterno e farli nostri, chi più, chi meno.

Cosa fanno i social

Ancora una volta, il digitale non fa altro che amplificare qualcosa di già esistente ancora prima della nascita di internet.

I social, complice anche quella geniale invenzione di Steve Jobs, lo smartphone, sono diventati ormai un’estensione della nostra vita reale.

Passiamo tantissimo tempo sui social network, ogni singolo istante morto viene colmato da quel mare di informazioni che sono i social.

Il punto è che i social sono un mondo stracolmo di input, stimoli, contenuti, notifiche, messaggi…

Ogni istante che viviamo sui social network siamo bombardati da input che più o meno consciamente, più o meno con successo, impattano sulle nostre opinioni e condizionano, di conseguenza, i nostri comportamenti.

Il classico caso di questo è il cosiddetto “effetto bolla”.

I social network sono delle piattaforme nate per fare soldi tramite la pubblicità.

Vendono pubblicità alle aziende, che la acquistano perché i social sono pieni di persone, ma soprattutto, permettono di intercettare le persone giuste.

Dunque, l’obiettivo dei social è e sarà sempre quello di avere quante più persone possibile e per il maggior tempo possibile sulle proprie piattaforme.

Per farlo, è necessario mostrare alle persone i contenuti che più gli piacciono.

Ogni utente vedrà sempre più contenuti di suoi gradimento e, di conseguenza, di persone che la pensano al suo stesso modo, alimentando, amplificando e rafforzando ke proprie credenze.

Questo, in casi estremi, può portare al radicalizzarsi di estremismi, razzismo e quant’altro, perché siamo portati a pensare erroneamente che tutte le persone del mondo la pensino come noi e che, quindi, questo sia giusto.

Il grande problema dei social

Non tralasciamo un aspetto fondamentale di cui si è discusso molto negli ultimi anni.

Il problema dei social network è che per natura si basano su contenuti creati dagli utenti che, come tali, esulano dal controllo di una forma di revisione superiore.

Questo vuol dire che praticamente chiunque può scrivere qualsiasi cosa sui social network, senza che ci sia un filtro.

Questo in parte non è vero perché, soprattutto negli ultimi anni, (e soprattutto a causa di una serie di scandali tra cui quelli di cui ti accennavo prima), social come Facebook hanno inserito forme di controllo più severe, ma che per i numeri di utenti di cui parliamo, non saranno mai in alcuna forma lontanamente perfetti.

Dunque, il problema è che tra tutti quegli stimoli a cui siamo sottoposti ogni istante, ce ne sono anche tanti pericolosi o fasulli, che rischiano di andare a plasmare la nostra opinione, con conseguenze spesso dannose sulle persone e sulla società.

Basti pensare ai fenomeni dei no-vax, dei terrapiattisti o del razzismo, alimentati proprio dal mondo delle fake news, strettamente legato ai social network.

E quindi?

Come diciamo spesso sui canali di Digital flow, il digitale è uno strumento potentissimo, che ogni giorno subiamo passivamente, ma che invece dobbiamo imparare a sfruttare eticamente a nostro vantaggio.

La questione è controversa, lo avrai intuito, soprattutto se a scrivere queste righe è una persona che vive quotidianamente lavorando con i social network e tutti gli altri strumenti che il digitale ci mette a disposizione.

I social network sicuramente vanno a impattare sulle nostre opinioni e comportamenti.

E sicuramente in alcuni casi vanno ad intaccare il nostro libero arbitrio.

Ma se studiamo, capiamo queste piattaforme e il loro funzionamento, ne siamo consapevoli, credo che MAI queste possano andare ad intaccare veramente e totalmente il nostro libero arbitrio.

La nostra libertà dipende dal fatto che siamo persone in un contesto democratico.

Se siamo consapevoli di questo e degli STRUMENTI che utilizziamo, nessun algoritmo potrà andare ad intaccarlo, ma potrà anzi diventare un utile strumento a nostra disposizione per liberarci ulteriormente dalle ultime catene che sono rimaste e raggiungere la vera e completa libertà.

Conclusioni

Spero che questo articolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto riflettere sul complicato tema del libero arbitrio e i social network.

Ricordati che se vuoi comprendere e sfruttare il digital marketing puoi seguire Digital flow su Instagram, dove pubblichiamo contenuti utili per chi vuole conoscere meglio questo mondo.

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In questo articolo ti ho parlato del libero arbitrio e i social network, a presto e ricorda…

Comprendi e sfrutta il digital marketing. Oppure rimani succube del suo potere e accettane le conseguenze.

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