Non tutti i social network sono pericolosi: ecco Gas

Gas

Gas è un nuovo social network dai nobili intenti: scambiarsi, in forma anonima, complimenti e affermazioni positive. Per questo sembra essere a prova di cyberbullismo e di bodyshaming.

Gas, il social network della gentilezza

Gas è un nuovo social network che, dal lancio dello scorso agosto, sta spopolando tra i ragazzi delle scuole medie e superiori statunitensi grazie ai suoi nobili intenti: scambiarsi, in forma anonima, complimenti e affermazioni positive.

 

L’app è già stata scaricata più di 500.000 volte, arrivando a contare 100.000 utenti attivi. Purtroppo in Italia non è ancora disponibile e non è ancora chiaro, al momento, se e quando lo sarà.

Gas non è stato l’unico social network a pensare che la gentilezza salverà il mondo

Acronimo di “To Be Honest” (o, in italiano, “a essere sinceri”), TBH permetteva di spedire ai propri contatti dei sondaggi in forma anonima che ispirassero positività all’interno della community.

 

Come Gas, anche TBH spopolò tra giovani liceali americani, arrivando a contare 5 milioni di download in pochissimo tempo, fino a quando nell’ormai lontano 2017, Mark Zuckerberg acquistò l’app e la chiuse dopo pochi mesi.

 

Non è un caso, quindi, che uno dei co-fondatori di TBH, Nikita Bier, sia tornato con Gas e che l’app sia stata acquisita, questa volta, da Discord, una piattaforma di messaggistica istantanea originariamente progettata per la comunicazione tra community di videogiocatori.

Un nuovo modo per combattere cyberbullismo e bodyshaming

Gas utilizza i dati sulla posizione – che, a differenza di altri social, non sono associati agli account utente né vengono archiviati sui server dell’app – per aiutare gli utenti a scegliere la loro scuola.

 

In questo modo gli utenti della stessa classe si connettono gli uni con gli altri e Gas inizia a proporre sondaggi che, quindi, riguardano le persone appartenenti a quello specifico gruppo classe in modo tale che i contenuti siano riferiti a una cerchia di persone realmente conosciute.

 

Ogni sondaggio, che l’algoritmo di Gas distribuisce in maniera equa tra le persone, è progettato per scambiarsi, in forma anonima, complimenti, lusinghe e affermazioni positive come “Qual è la ragazza della tua classe ad avere il sorriso più bello?”.

 

Gas sembra essere, così, a prova di cyberbullismo e bodyshaming perché è stato progettato proprio per diffondere positività e inclusione.

I social network sono davvero pericolosi?

A Marzo 2022 la società americana di comunicazione SimpleTexting aveva condotto uno studio su 1018 persone per capire quali social gli americani ritenessero più tossici in riferimento a caratteristiche come incitazione all’odio, cyberbullismo o disinformazione.

 

La tossicità, valutata su una scala da 1 a 10, aveva visto Twitter al primo posto con ben 7.82 punti, subito seguito da Reddit (7.63), Facebook (7.47), TikTok (6.83), Instagram (6.59), Snapchat (5.72) e YouTube (5.38).

 

Non è un caso, quindi, che stiano prendendo piede social come Gas, BeReal o Mastodon perché, al di là dei loro specifici intenti, sono il sintomo, e le possibili soluzioni, alla tossicità dei social network “tradizionali” e alle ripercussioni negative sulle persone – con particolare riferimento alla salute mentale di giovani e giovanissimi.

BeReal, il social network dell’autenticità

Il francese BeReal, come Gas, si basa sul concetto di social network aperto alle persone che si conoscono realmente e cerca di arginare il più possibile quel senso di inadeguatezza e svalutazione che si provano a seguito dell’esposizione a contenuti di persone che sembrano avere, per esempio, una vita “perfetta” o un corpo “perfetto”.

 

BeReal, infatti, viene definito l’anti-Instagram per eccellenza perché l’intento principale per cui è stato creato è di mostrare i propri utenti nel modo più realistico, autentico e spontaneo possibile.

 

Si può postare al massimo una foto al giorno, ovunque ci si trovi, e si hanno due minuti per caricarla. Non è possibile ritoccare le foto e l’app avvisa gli altri utenti quanti eventuali scatti sono stati fatti prima della condivisione.

Mastodon, il più grande social network decentralizzato

Mastodon è la più grande rete di microblogging libera, open source e decentralizzata al mondo e fa parte del Fediverso, una community internazionale composta da oltre 8 milioni di iscritti. In altre parole è come se fosse un Twitter autogestito dagli utenti stessi che lo popolano.

 

Uno dei concetti più importanti per capire Mastodon è il fatto che sia nelle mani degli utenti: distribuito su circa 20.000 server indipendenti, non raccoglie dati degli iscritti, non ha pubblicità mirate e manipolatorie, non ha algoritmi segreti che stabiliscono che contenuti mostrare e a quali profili.

 

Inoltre, Mastodon include alcuni strumenti per la privacy e contro le molestie. Lo si può vedere come l’insieme di piccole comunità interconnesse, collocate su server differenti: ogni “comunità” dichiara in descrizione gli argomenti di cui si parla e la lingua utilizzata.

 

Si innesca così un meccanismo di consenso per cui è l’utente stesso a scegliere la “comunità” che preferisce, contribuendo attivamente a moderare contenuti reputati tossici, offensivi o, in generale, non in linea con gli argomenti della comunità.

Non c’è salute senza salute mentale

I social network come Gas in qualche modo vogliono contrastare il controllo e la manipolazione a cui siamo abituati con quelli più “classici”.

 

Se è vero che il nostro tempo è prezioso, è altrettanto vero che passarlo davanti a uno schermo del telefono ed essere esposti a ciò che si può reputare essere la “perfezione”, può risultare assolutamente deleterio in termini di salute mentale.

 

Infatti, non sono i social network a essere tossici in termini assoluti, ma lo sono a causa dell’uso che ne fanno gli utenti. Paragonarsi agli altri o pensare di essere meglio degli altri – dove per “altri” si intende l’identità social, non la persona – o essere vittime di shitstorm, ovvero commenti denigratori e insulti, può generare sentimenti di inadeguatezza, frustrazione, rabbia, insoddisfazione corporea e molti altri.

 

Le conseguenze più comuni di questi meccanismi, soprattutto in chi ne è predisposto, possono essere lo sviluppo di depressione, ansia o disturbi del comportamento alimentare, in particolare anoressia nervosa.

La soluzione parte dalla consapevolezza e dall’educazione

Una ricerca (Tiggemann, M., & Miller, J. 2010) ha rivelato che l’unico strumento ritenuto efficace per contrastare l’esposizione e l’inevitabile e conseguente influenza negativa che internet ha sul proprio mondo online, è di ridurre le ore giornaliere impiegate nella navigazione sui social network.

 

È invece nostro compito, in qualità di professioniste e professionisti del digitale, educare le persone a questi rischi, affinché possano comprendere gli strumenti che hanno a disposizione, i loro meccanismi, affinché scelgano consapevolmente e autonomamente se davvero il gioco vale la candela.

 

Fonti

 

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