Cos’è l’employer branding?
In effetti, in Italia questo termine si sente poco nominare, un po’ per la struttura economica italiana, che per definizione è composta da PMI (piccole e medie imprese), più che da multinazionali, e un po’ per la nostra tendenza ad arrivare sempre un dopo rispetto agli Stati Uniti.
In molti altri paesi del mondo, infatti, soprattutto nelle grandi aziende (ma, come vedremo, non solo) l’employer branding è molto conosciuto e utilizzato già da diversi anni e, anzi, esiste spesso un intero settore dedicato proprio a questo.
Ma andiamo con calma e iniziamo a vedere cos’è l’employer branding…
In questo articolo
Cos’è l’employer branding
L’employer branding è l’insieme delle strategie finalizzate ad aumentare il valore percepito di un’azienda nei confronti dei propri lavoratori e delle persone che potrebbero lavorarci.
Insomma, migliora la percezione dell’azienda come luogo in cui lavorare.
Semplificando ancora di più, l’obiettivo dell’employer branding è far dire alle persone “Quello è proprio un bel posto in cui lavorare!”.
Attrarre talenti con l’employer branding
L’obiettivo principale dell’employer branding è quello di attrarre talenti e portarli a lavorare nella propria azienda.
A volte, soprattutto in un mercato estremamente competitivo, ancor più dell’aspetto economico, è fondamentale la percezione che i possibili candidati hanno dell’azienda in cui vanno a lavorare.
Il lavoro è l’attività che coinvolge la maggior parte della nostra vita in termini di tempo.
Di questo le persone sono sempre più consapevoli, il che, se sono nelle condizioni di scegliere, le porta a prediligere incarichi professionali in aziende che stimano, di cui condividono gli obiettivi e che sanno prestare attenzione al benessere dei propri dipendenti.
Trattenere talenti con l’employer branding
Una volta che si è acquisito un dipendente talentuoso, entrano in gioco tantissimi fattori affinché egli rimanga in azienda a dare il proprio prezioso contributo quanto più a lungo possibile.
Uno di questi fattori è proprio l’employer branding, che ha come scopo secondario proprio quello di fidelizzare i propri dipendenti e trattenerli il più a lungo possibile.
Investimento a lungo termine
Insomma, investire nell’employer branding non vuol dire investire tempo, risorse e soldi per ottenere subito un ritorno economico, anzi.
Il ritorno economico è estremamente indiretto e lontano nel tempo.
Ma una buona strategia di employer branding può alzare tantissimo il livello qualitativo di un’azienda e, di conseguenza, la propria competitività sul mercato.
Un investimento che, se effettuato con cura, porterà enormi vantaggi a lungo termine.
Piccole imprese
Come dicevamo prima, certamente l’employer branding è più predisposto ad essere utilizzato dalle grandi multinazionali, che hanno i mezzi economici e le risorse per farlo.
Ma non soltanto…
Può essere praticato anche dalle PMI con successo.
Credo che il fatto sia nel farci attenzione, nell’iniziare a comunicare tramite dei canali adatti.
Potresti, ad esempio, iniziare a comunicare tramite il tuo team manageriale su LinkedIn, oppure tramite la tua pagina aziendale, con l’obiettivo di relazionarti coi tuoi dipendenti e coi giovani talenti, per attrarli a candidarsi nella tua azienda.
Oppure ancora tramite l’amministratore della società (in quel caso avremmo un vero e proprio caso di CEO branding con obiettivo di employer branding).
Sembra complicato, ma come spesso accade per molti concetti e discipline, anche nell’employer branding possiamo riprodurre in scala ridotta quello che viene fatto ogni giorno da tantissime multinazionali.
L’employer branding Google
Le ottime strategie di employer branding di Google hanno reso l’azienda della Silicon Valley uno dei posti più desiderabili in cui lavorare.
Le strategie finalizzate ad aumentare il benessere dei dipendenti e, soprattutto, il comunicare queste strategie in modo estremamente diffuso hanno reso Google “positiva” agli occhi delle persone.
Gli hanno fatto associare parole come “Creatività”, “Innovazione”, “Libertà”…
L’employer branding inoltre esce anche fuori dai confini del proprio scopo.
Infatti, non si limita ad aumentare la percezione positiva dell’azienda nei confronti dei lavoratori o possibili tali, ma crea un’aura positiva anche nei confronti degli esterni.
Magari, tu che stai leggendo questo articolo non hai mai pensato di andare a lavorare in Google, perché nella vita fai tutt’altro, eppure la percezione che hai di Google come società è diversa da quella che hai rispetto ad aziende simili come Microsoft…
Questo anche grazie all’employer branding.
Conclusioni
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e ti sia stato utile per capire cos’è l’employer branding e perchè è importante per le aziende.
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In questo articolo ti ho parlato di cos’è l’employer branding, a presto e ricorda…
Comprendi e sfrutta il digital marketing.
Oppure rimani succube del suo potere e accettane le conseguenze.