L’Unconventional Marketing è quell’insieme di strategie di marketing e di tecniche comunicative che vengono impiegate per pubblicizzare prodotti o servizi a un’audience che necessita di nuovi stimoli per essere persuasa all’acquisto, perché ormai assuefatta dalle forme pubblicitarie classiche.
Okay, ora che ci siamo tolti di mezzo la definizione ufficiale e formale, cerchiamo di capire per davvero che cosa significa fare marketing non convenzionale, perché è così speciale e in quali casi bisognerebbe ricorrere a questo tipo di approccio unconventional per raggiungere i propri obiettivi di marketing.
Pronti? Partiamo!
In questo articolo
Huston, abbiamo un problema
Chi fa marketing, chi si occupa di pubblicità e di comunicazione lo sa bene. Abbiamo un problema che è anche piuttosto diffuso e si chiama overload informativo.
Ogni giorno siamo bombardati da una miriade di informazioni di ogni tipo e natura, da quelle che apprendiamo guardando la tv a quelle che ci raggiungono ogni volta che scrolliamo i social.
Queste si sommano alle normali informazioni che raggiungono la nostra mente mentre semplicemente viviamo: gli stimoli sensoriali, visivi, uditivi, tattili, tutto quello che il nostro cervello processa in tempi brevissimi per cogliere conclusioni logiche su ciò che abbiamo attorno.
In questo affollamento informativo si prova ad inserire la comunicazione pubblicitaria che deve farsi largo per un secondo della nostra attenzione per veicolare un suo messaggio.
In tempi passati questo non era poi così difficile. Il mondo era decisamente più semplice e a misura d’uomo, mentre oggi sembra quasi di vivere in un continuo “happening”. C’è sempre qualcosa che sta succedendo e che dovresti sapere, l’ambiente urbano, con i suoi mille suoni e segnali e insegne e automobili da cui guardarsi bene, ha reso il nostro cervello sovraesposto agli input e lui non è mica rimasto a guardare.
Il cervello si è presto adeguato. E a fronte di questo overload comunicativo ha operato un sempre più rigido filtro a monte delle informazioni e degli input di cui tenere conto.
In parole povere (e un po’ profane), tutto ciò che non supera una certa soglia, per il nostro cervello non esiste. Il suono improvviso di una portiera d’auto che viene chiusa alle nostre spalle è trascurabile e non lo percepiremo neppure, il suono invece di una portiera d’auto chiusa bruscamente alle nostre spalle ci farà immediatamente voltare.
Bene, ma cosa centra tutto questo con l’unconventional marketing?
Attirare l’attenzione con l’Unconventional Marketing
“Chi sceglie le vie del marketing non convenzionale punta a incuriosire, sorprendere o addirittura scioccare il pubblico.”
– Guido Di Fraia
Prendiamo l’esempio di prima.
In quest’ottica, il marketing tradizionale è la portiera chiusa normalmente, qualcosa a cui il nostro cervello è abituato e che ha imparato ad ignorare il 90% delle volte. L’unconventional marketing è invece la portiera che sbatte, quella cosa che non ti aspetti e che ti spiazza, calamita la tua attenzione quasi inevitabilmente.
Questo utilizzo unconventional dello spazio pubblicitario ad una semplice fermata del bus riesce a catturare l’attenzione dei passanti e, pur senza nessuno testo a supporto, passa chiaro, chiarissimo, inequivocabile, il messaggio che il brand Windex voleva veicolare.
Ikea ricorre spesso a forme di marketing non convenzionale e, nel 2019, ha portato il proprio catalogo alle fermate dei tram e nelle metropolitane di Parigi che – e chi c’è stato lo sa – non sono provviste di così tanti posti a sedere nell’attesa dei treni. Due piccioni con una fava, verrebbe da dire… anche perché sfido chiunque a non restare sorpresi ritrovandosi un salotto in miniatura una volta scesi in metropolitana o alla fermata del tram.
Non credo ci sia bisogno di commentare questo caso esemplare di Guerrilla Marketing, una delle forme più diffuse con cui mettere in pratica il marketing non convenzionale. Qui Durex lancia una provocazione ironica e allusiva che è perfettamente in linea con lo stile comunicativo del brand. Cattura l’attenzione e diventa memorabile.
Chi lo ha detto che un film non possa essere lanciato con dell’unconventional marketing?
Quello che serve è solo un pizzico di creatività, perché basta davvero poco per rendere d’impatto quella che altrimenti sarebbe stata una banale locandina cinematografica a cui nessuno (o quasi) avrebbe verosimilmente prestato la minima attenzione.
Così, se nel primo caso si mantiene il “cartellone” ma lo si re-contestualizza per dargli un nuovo senso e significato creando qualcosa di avvincente per chiunque si trovi a prendere quell’ascensore; nel secondo caso il cartellone sparisce del tutto e basta un palloncino rosso sulla griglia di un tombino per richiamare alla mente l’iconico film IT. Una frasetta stampata sull’asfalto completa la composizione: “È più vicino di quanto tu creda. IT il film, al cinema dal 7 settembre”.
In questi tre casi vediamo tre diversi brand che “si appropriano” di spazi urbani e li permeano in maniera naturale, non disturbante e non particolarmente invasiva.
Si spazia dal guerrilla marketing allo street marketing qui, laddove quest’ultimo è più esperienziale per la gente che avrà addirittura modo di interagire con l’installazione di unconventional marketing. L’esempio della Sprite, inquietante questo senso, rende perfettamente l’idea.
Conclusione
È chiaro, insomma, perché il marketing non convenzionale sia così apprezzato da chi si occupa di marketing, tanto quanto da chi il marketing “lo subisce”.
La sfida sarà proprio ricercare sempre nuovo modo di stupire, perché il rischio che ciò che oggi è non convenzionale diventi domani convenzionalissimo e sappia di già visto è evidente e concreto.
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e ti sia stato utile capire un po’ meglio cosa c’è dietro l’unconventional marketing; se è così continua a seguirci!
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In questo articolo ti ho parlato di marketing unconventional e ti ho mostrato diversi esempi su cui riflettere per poter prendere spunto.
Comprendi e sfrutta il digital marketing.
Oppure rimani succube del suo potere e accettane le conseguenze.