Durante le tue peregrinazioni in rete ti sarà di certo capitato, almeno una volta, di imbatterti in qualche inserzione pubblicitaria.
A volte te le ritrovi lì in mezzo, mentre velocemente e distrattamente scrolli le storie dei tuoi seguiti, da bravo utente, le stronchi con una rapida passata di pollice.
Proprio tu.
Che sei il destinatario di un lavoro certosino e faticoso.
Quelle che reputi solo delle fastidiosissime inserzioni, infatti, a qualcuno sono costate ore e ore di lavoro.
Sudore.
Svariati test.
Pregressi fallimenti.
E tu, in soli tre decimi di secondo, polverizzi tutto questo scorrendo con un dito.
Non ti senti neanche un po’ in colpa?
Per quella persona che, dall’altro capo dell’inserzione, ha lavorato così duramente?
Come dici?
Neanche un po’?
Molto bene.
Allora questo articolo fa proprio per te.
È tempo di dare la giusta dignità a una delle più invisibili figure di tutto il mondo delle professioni digitali.
Pronto a scoprire di chi si tratta e cosa fa?
In questo articolo
Advertiser: chi è e cosa fa
L’Advertiser è la figura specializzata nelle pubblicità online.
La sua attività, oggigiorno, si condensa soprattutto sulle piattaforme online, le quali, come saprai, sono diverse fra loro.
Ognuna di esse, avendo tipo di audience e sistema di funzionamento propri, possiede esigenze differenti anche per quanto riguarda la strategia di advertising.
Va da sé, quindi, che ad un Advertiser vengano richieste conoscenze di base e trasversali, ma al quale, per fare bene il suo lavoro, sia consigliabile specializzarsi su un’unica piattaforma, come per Facebook Ads.
Non a caso, quando si parla di Advertising, escono fuori tanti settori d’applicazione:
- Facebook Ads;
- Google Ads;
- Twitter Ads;
- TikTok Ads;
- LinkedIn Ads;
- Sponsorizzazioni varie;
- Native advertising.
Come vedi, i campi in cui un unico Advertiser può operare sono tanti e sarebbe impossibile chiedergli di conoscere le strategie di advertising per ogni singola piattaforma.
Sarebbe come esigere da un ascensorista di fare anche l’elettricista navale.
Le tecniche e le conoscenze di base sono le stesse, ma la specializzazione richiede capacità verticali.
E dato che il titolo di questo articolo cita un Advertiser generico, noi andremo a identificare i compiti svolti da ogni Advertiser, a prescindere da quale sia il settore in cui opera.
Sei pronto?
I compiti dell’Advertiser
1. Definizione degli obiettivi
Capire dove si vuole andare e cosa si desidera ottenere è sempre il primo passo.
È per questo che, soprattutto in questa fase, l’Advertiser dovrà confrontarsi con il marketing manager, il quale conosce gli obiettivi del cliente e ha in mente tutto il percorso strategico per perseguirli.
2. Analisi del business
Una volta chiarita la direzione da prendere, l’Advertiser, da vero investigatore, dovrà mettersi alla caccia di tutte le informazioni di mercato utili.
Questo significa fare un’analisi approfondita del business del cliente, il che presuppone un’indagine sui competitor, le parole chiave, gli argomenti clou e, soprattutto…
3. Scelta del target di riferimento e della piattaforma
Una campagna non vale l’altra e, come sempre, ogni contenuto dev’essere rimodulato in base al pubblico preso in considerazione.
Non è raro che l’Advertiser si trovi a gestire lo stesso argomento (come il lancio di un prodotto) su varie campagne, ognuna col relativo target, e che debba adeguare il messaggio per ognuna di esse.
Inoltre, da non sottovalutare è la scelta del portale su cui la campagna verrà diffusa.
Come abbiamo notato in precedenza, esistono diverse piattaforme e ognuna di esse ha caratteristiche completamente differenti dalle altre.
E per questo è fondamentale che l’Advertiser sappia su quale canale andare a focalizzare la campagna.
Pena: risultati di campagna fallimentari (o, quantomeno, molto limitati).
4. Creazione di testo e visual
Sono sicuro che esistano Ads-copywriter e Ads-designer, e, probabilmente, anche la leggendaria figura mitologica e multitasking dell’Advertiser che è sia copywriter che graphic designer, ma, a occhio, direi che la maggior parte dei professionisti preferisca concentrarsi sul proprio settore.
Dunque, questo significa che l’Advertiser ha necessariamente bisogno di alcuni compagni di viaggio coi quali collaborare:
Copywriter ai testi e graphic designer al visual (almeno).
5. Lancio, gestione e chiusura della campagna
La campagna pubblicitaria è descritta come “una serie connessa di operazioni designate per raggiungere un particolare scopo”.
Dunque, da definizione, l’obiettivo dell’Advertiser è quello di raggiungere uno scopo finale.
Vero, ma c’è un problema;
Dal momento che nessun cliente ha budget illimitato (e, anche se fosse così, nessuno ama sperperare i propri soldi), ogni campagna pubblicitaria ha un tempo prestabilito.
Ciò significa che l’Advertiser, quando decide di dare il via a una campagna, deve stabilire anche quando essa avrà fine (ad eccezione delle campagne evergreen, ossia campagne pensate per rimanere sempre attive).
Per monitorare l’andamento della campagna e misurarne gli esiti, è utile porsi un “obiettivo intermedio”.
Se, ad esempio, lo scopo dell’Advertiser, entro il termine della campagna, è quello di alzare le vendite del 10% entro due mesi (il periodo da lui stabilito), alla fine di questo lasso di tempo basterà comparare i risultati ottenuti con quelli precedenti alla campagna.
Questo è un sistema utile per analizzare l’andamento della singola campagna e capire se e come sta impattando sulla strategia globale di marketing.
E se la campagna procede veramente, ma veramente bene?
Si fa Scaling!
Invece di troncare una campagna che sta ottenendo buoni risultati, si decide di “potenziarla” aumentando il budget ad essa destinato.
6. Raccolta e analisi dei dati
Dopo aver seminato, si raccoglie sempre.
Purtroppo, ciò non significa che i risultati saranno positivi a prescindere.
Da ogni campagna, l’Advertiser ottiene una serie di dati (utilizzando i relativi tool) che gli consentono di conoscere l’andamento del lavoro svolto e di capire se e in che maniera intervenire.
Anche in questo caso, l’Advertiser può venire affiancato da un’altra figura: il web analyst.
Perché è utile l’Advertiser?
Essenzialmente, per tre motivi:
1. Cura il posizionamento
Fare posizionamento in maniera organica è possibile, ma richiede un’enorme profusione di energie e di tempo.
Basti pensare, ad esempio, a quanto lavoro richieda la SEO, che opera in maniera organica (anche se affermare questo è improprio, dato che la creazione dei contenuti necessari costa sempre qualcosa).
L’advertising, al contrario, se pure richiede un immediato esborso economico, può consentirti di posizionarti molto più velocemente.
2. Aggira l’algoritmo
Anno dopo anno, tutti i social stanno progressivamente riducendo la visibilità organica delle pagine e dei profili.
Non basta più creare contenuti organici, perché, sebbene abbiano e trasmettano valore, semplicemente non verrebbero visualizzati.
L’unico modo è quello di ricorrere a periodiche campagne di sponsorizzazione, che incontrano il gradimento dell’algoritmo e che permettono ai contenuti di raggiungere molte persone in target.
3. Lo fa al posto tuo
Ad ogni settore il proprio professionista.
Se possiedi un vivaio e vuoi espanderti anche sul web, l’unico modo che hai per farlo è affidarti a chi sappia fare tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora.
Puoi possedere dei rudimenti o avere delle conoscenze base di advertising, ma questo ambito, come tutti quelli legati al mondo del digitale, vanno dannatamente di corsa.
Con la tua attività da gestire, i fiori da annaffiare e le piante da rinvasare riusciresti a stare dietro a tutte le incombenze che ha un Advertiser e, contestualmente, rimanere aggiornato sulle continue novità che il settore propone?
E, soprattutto, saresti in grado di farlo con la stessa abilità e professionalità?
Conclusioni
L’Advertiser è la dimostrazione vivente che dietro il lavoro dei marketer c’è un’applicazione enorme.
Ma la figura di questo professionista è del tutto particolare.
E anche un po’ sottostimata.
Mentre i creatori di contenuti godono di un certo riconoscimento (per quanto, nella maggior parte dei casi, anche loro “prestino” le loro abilità per conto di terzi), l’Advertiser, a volte, non viene valutato adeguatamente.
In una realtà come quella italiana, che vede i servizi digitali ancora con circospezione, è già difficile convincere della necessità e dell’utilità, ad esempio, della gestione professionale dei social…
Figurarsi a parlare del bisogno della pubblicità online.
I clienti (o, almeno, la maggior parte di quelli di oggi) credono che pagare per una campagna di sponsorizzazione sia un eccesso.
Ed ecco che l’Advertiser, che di per sé già opera lontano dai riflettori, vede ancora di più ridimensionato il proprio ruolo che, chi se ne intende, sa quanto, in realtà, sia centrale.
“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo”.
A dirlo era Henry Ford.
Mica un guru di marketing qualsiasi…
Siamo giunti al termine di questo articolo…
Spero che ti sia piaciuto e ti sia stato utile per capire chi è e cosa fa l’Advertiser.
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