MVP di prodotto: la strategia di marketing delle startup

MVP di prodotto

Quello delle startup è un mondo competitivo, ricco di incertezze ed imprevisti, dove fallire è facile e spesso, anche quando si ha un’idea vincente, bisogna attendere molti anni prima di raccogliere i frutti del proprio lavoro. Ed è qui che entra in campo l’MVP di prodotto: la strategia di marketing delle startup (ma non solo) che permette di sondare il terreno prima di lanciare la propria idea sul mercato.

MVP Marketing

MVP di prodotto

Il termine MVP indica il “Minimum Viable Product”, ovvero il prodotto minimo funzionante:  partendo dall’idea del nuovo prodotto/servizio che si desidera lanciare sul mercato, l’azienda creerà una sorta di prototipo con le sole funzioni di base, per testarne la validità.

MVP: la strategia di marketing delle startup

L’MVP Marketing è una strategia molto utilizzata dalle startup per testare l’MVP prima del lancio del prodotto definitivo. Questo tipo di sperimentazione permette di capire se il prodotto avrà o meno successo sul mercato. Le aziende potranno così risparmiare il tempo e il denaro necessari per realizzare il prodotto definitivo, decidendo se affrontare questo tipo di investimento solo dopo aver avuto conferma che si tratti di un’idea vincente. Analizzando i risultati dell’MVP, sarà infatti possibile “aggiustare il tiro”, apportando delle modifiche o accettando l’invalidazione dell’idea di partenza.

Il Metodo Lean Startup

L’MVP deriva dal metodo Lean Startup, teorizzato dagli imprenditori Eric Ries e Steve Blank, ed è basato sul principio “Build-Meausure-Learn”. Tale metodo prevede che un nuovo servizio venga testato sul mercato sin dalla fase iniziale dell’ ideazione, per poter convalidare il binomio problema/cliente e confermare quindi che sul mercato ci sia effettivamente richiesta per quel prodotto specifico. Ogni nuovo prodotto, infatti, dovrebbe rispondere ad un’esigenza del target a cui è destinato, risolvere un problema, apportare un miglioramento di qualche tipo.

Possiamo riassumere i vantaggi di tale metodologia in 4 punti:

  1. contenere i costi iniziali di produzione;
  2. analizzare il target di riferimento;
  3. limitare il rischio finale.
  4. utilizzare i feedback per sviluppare il prodotto definitivo;

Come creare l’MVP di prodotto

La realizzazione di un MVP non è uguale per tutti, ma varia a seconda dell’azienda e del business. Ci sono però alcuni passaggi da seguire affinché l’MVP abbia successo:

  • stabilire l’obiettivo che si vuole validare;
  • scegliere i  parametri di convalida;
  • definisci il budget da destinare alla sperimentazione.

Una mossa astuta è, inoltre, quella di coinvolgere gli early adopters nella strategia di MVP Marketing. utilizzandoli come target a cui far testare l’MVP. Gli “utenti precoci” sono persone molto propense a sperimentare le novità, prima che diventino di uso comune, e possiedono le competenze per cogliere le potenzialità di un nuovo prodotto. I loro feedback possono quindi essere molto utili nella valutazione dell’idea di partenza e delle eventuali modifiche da apportare prima del lancio del prodotto.

Metodo Javelin Board

la sperimentazione del MVP può essere condotta anche tramite l’utilizzo del metodo Javelin Board: è una rappresentazione grafica dei test effettuati sull’MVP, usata per identificare il target, capirne il problema e convalidare la soluzione (problem-solution-fit). I feedback saranno raccolti in tabelle pivot e permetteranno di definire le caratteristiche del prodotto finale. Per avvalersi di questo metodo è possibile utilizzare un template già pronto e gratuito o creare un modello ex novo

Esempi di MVP Marketing

Oltre che al prototipo del nuovo prodotto/servizio, il “Minimum Viable Product” può anche indicare una comunicazione o uno strumento diverso, che abbia lo stesso scopo di validare l’idea di base. Vediamo alcuni esempi di MVP:

  • Video Demo: per presentare il prodotto/servizio prima del lancio;
  • Landing Page: dove gli utenti potranno visualizzare la presentazione del prodotto, lasciare un feedback/commento e richiedere aggiornamenti via mail su quando il prodotto sarà  disponibile;
  • Crowdfounding:  utilizzare un sito di raccolta fondi per finanziare il proprio business. Il successo o meno della raccolta sarà un dato importante per la convalida dell’idea;
  • Test interni: per raccogliere opinioni all’interno dell’azienda, mettendosi nei panni del consumatore finale.

Molte aziende oggi famose hanno utilizzato questa strategia di marketing in fase di startup. Due esempi che ci possono aiutare a capire meglio il concetto di MVP marketing sono quelli di Dropbox e Airbnb:

  1. Dropbox: i founder di Dropbox , prima di rendere attiva la piattaforma, hanno realizzato un video di circa 3 minuti, per spiegarne il funzionamento e il potenziale. In 24 ore il numero degli utenti è salito da 5.000 a 75.000;
  2. Airbnb: i creatori di Airbnb hanno testato la loro idea prima ancora di creare la piattaforma, trasformando il loro appartamento in un bed&breakfast e raccogliendo i suggerimenti dei loro primi ospiti (e futuri utenti). Hanno così scoperto che le persone spesso preferiscono alloggiare in una casa, piuttosto che in un albergo. Questo li ha aiutati a identificare il loro spazio sul mercato, distinguendosi dalla concorrenza.

Conclusione

In questo articolo abbiamo parlato dell’MVP Marketing e di come supporti le startup nella realizzare prodotti/servizi di successo.

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